Descrizione
«È una corrispondenza nel senso forte della parola, – scrive la curatrice – un’amicizia epistolare “senza corpo” dirà Savinio. L’incontro fisico con “questa sua Melisenda maschile” avverrà soltanto nel 1949. Henri Parisot diventa a poco a poco l’alter ego dell’autore che gli dà conto della sua attività creativa e gli espone i suoi progetti con la certezza di non essere mai frainteso. Tutto il carteggio è incentrato sull’opera letteraria e artistica, come se nient’altro esistesse, quasi a scavare un vuoto intorno a questo oggetto magico che porge sempre nuovi aspetti e piaceri all’interlocutore. I due corrispondenti si astengono dal manifestare la benché minima curiosità per la vita quotidiana del destinatario». Perché questa rarefazione, questa essenzialità che è uno dei tratti più importanti e interessanti del carteggio, e che, evidentemente coinvolge e piace, in primo luogo a Savinio? La guerra e la censura non bastano a spiegarle. Probabilmente i due si lasciano rapire da quell’estremo di surrealtà che in una lettera Savinio sembra rimproverare al suo alter ego: «Lei deve scrivere. Non faccia dell’onirico un assoluto».