Descrizione
La fame, il lavoro infantile, l’emigrazione, le guerre insensate, la convivenza tra partigiani e nazifascisti. E poi l’abbandono delle montagne, l’avvento di un nuovo mondo: l’industria, i grandi allevamenti, il turismo che sfigura il paesaggio. Nei racconti degli intervistati da Revelli – i contadini e montanari delle valli cuneesi, i vinti di sempre – scorre una linfa poetica che affiora negli scatti della memoria, con immagini e parole capaci di lasciare il segno. A volte cariche di dolore per le sofferenze e la durezza delle vite passate, a volte cariche di ingenuità. Il ritratto della condizione umana di una minoranza costretta a lasciare il proprio ambiente e i propri modelli di vita diventa lo specchio di una società malata, la denuncia dell’incapacità di ordinare in modo civile trasformazioni epocali che hanno assunto dimensioni drammatiche…