Descrizione
In occasione della mostra monografica di Bruno Munari a palazzo Reale di Milano nel 1987, Ferruccio e Giorgio Lucini pubblicarono gli schizzi dell’alfabeto fantastico da lui disegnato per celebrare i 63 anni dell’attività di famiglia, l’Officina di Arti grafiche Lucini; il sodalizio tra i raffinati tipografi e il grande artista era di lunga data, con la pubblicazione anche dei famosi “libri impossibili” di Munari, stampati in decine di formati e colori diversi, che senza Lucini impossibili sarebbero stati davvero. Nacque così l’Alfabeto Lucini, bellissima cartella editoriale, fuori commercio, di sole copie ad personam, con tavole che necessitarono di 28 passaggi di colore per rendere perfetto l’effetto della grafite, del pennarello, dell’evidenziatore, del disegnato a mano.
Il progetto, anche poi realizzato in opere da Marco Ferreri ed esposto in occasione della mostra, così veniva raccontato dallo stesso Bruno Munari nel testo introduttivo, in un dialogo immaginato con Giorgio Lucini:
“Perché non facciamo una fantasia sull’alfabeto, dato che tuo nonno, tuo padre e tu ci siete sempre immersi? Un alfabeto fantastico, imprevisto, con le lettere tutte diverse di dimensioni, di forma, di materia, di colore; buttate per aria con allegria.
Mi piace, credo che potrà essere divertente trovarsi mescolati alle lettere dell’alfabeto, una appesa al soffitto, una di cemento appoggiata a terra (la K), una segnata sul vetro della finestra con la calce (la S), una fatta di tela, un col bambù, una di rame, una…
Bellissimo, fammi degli schizzi e poi vediamo.
La M potrebbe essere una grande sciarpa appoggiata a emme su di un bastone orizzontale.
Le E e la F potrebbero essere tornite in ottone.”