Descrizione
Apparso nel 1957, questo saggio di Tenenti si segnalò subito per la sua originalità dell’impostazione. Sul Quattro e Cinquecento non mancavano certo le trattazioni specifiche e globali dei temi più svariati (il teatro, i moti ereticali, la pittura, ecc.), ma si trattava dell’analisi di « sezioni» culturali considerate come altrettanti compartimenti stagni; e inoltre agli aspetti più propriamente problematici venivano preferiti una descrittività espositiva o un tecnicismo eccessivo.
Nell’intento di comprendere i concreti rapporti che legano le varie manifestazioni del Rinascimento, Tenenti scelse invece
un problema particolare – il senso della sopravvivenza – facendovi confluire le testimonianze dell’arte e della letteratura, dall’affresco all’incisione, dalle composizioni anonime o di genere ai capolavori individuali. Poeti, nobili e borghesi, sovrani e grandi riformatori, intellettuali laici e teologi cristiani sono i singoli protagonisti di una vicenda di mentalità collettiva di cui l’autore ha ricostruito il senso profondo. L’età che fu di Alberti e di Valla, di Villon e di Lorenzo il Magnifico, di Erasmo e di Calvino, di Holbein e di Montaigne riacquista in queste pagine l’organicità e la complessità di un mondo di uomini vivi, ostinati nel realizzare la loro pienezza umana.