Thomas Bernhard

Il soccombente

Thomas Bernhard

Gli Adelphi 2011
Brossura editoriale, in 8vo, pp. 186
Ben tenuto, fisiologica brunitura carta
ISBN 9788845914935

6,00

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Descrizione

A un corso di Horowitz, a Salisburgo, si incontrano tre giovani pianisti. Due sono brillanti, promettenti. Ma il terzo è Glenn Gould: qualcuno che non brilla, non promette, perché è. E presto diventerà una leggenda. Mentre Gould, un giorno, suona le Variazioni Goldberg di Bach, il suo amico Wertheimer si sente trafitto, annientato: sa che in quel modo non suonerà mai. E, se così sarà, la sua vita intera si rivelerà essere quella di un soccombente, come Glenn Gould stesso lo aveva chiamato. In questa scena sono racchiusi tutti gli elementi che segneranno il futuro dei tre amici. Gould morirà suonando le Variazioni Goldberg, raggricciato sulla tastiera, nel tentativo sempre rinnovato di essere non già un interprete al pianoforte, ma il pianoforte stesso, il suo Steinway. Wertheimer sarà travolto dalla meccanica feroce dell’emulazione, della debolezza profonda, dell’incapacità di essere unico e della coscienza di non esserlo. Il narratore, che è il terzo pianista, rinuncia anche lui al pianoforte, ma tesse una trascendentale partitura di prosa: questo libro, variazione romanzesca sul tema della grazia e dell’invidia, di Mozart e Salieri, ma ancor più sul tema terribile del non riuscire a essere.
Bernhard sembra avere scritto questo romanzo come Gould suonava: «per così dire dal basso verso l’alto, non come tutti gli altri dall’alto verso il basso». Fin dai primi tocchi, cupi e leggeri, avvertiamo che il libro è la storia di una disputa inestinguibile, che procede nella vita e nella morte: quella tra la Forza e la Debolezza. E, se la Forza appare sul fondo, nella spietata esclusione, da parte di Gould, di tutto ciò che non sia perfetto, si può dire che rare volte l’epos della Debolezza si sia articolato con i tratti grandiosi, e anche la sinistra comicità, che incontriamo nelle vicende di Wertheimer. Quest’uomo che della debolezza ha la vocazione è al tempo stesso pieno di talenti, di qualità e di intelligenza. Il suo soccombere è un processo sotterraneo, sottile, che lo distrugge, ma tende a distruggere anche gli altri. Nella sua debolezza, Wertheimer ha il fascino pernicioso di chi attira gli altri nella propria rovina.
Alla fine, giunti a una sorta di vertigine nell’arte della variazione, ci accorgiamo che Wertheimer, il soccombente, ha costruito pezzo per pezzo, nella vita e nella morte, una sorta di doppio beffardo, un’ombra sfigurata della perfezione di Gould, quale ultima vendetta della debolezza contro la grazia.
Il soccombente è stato pubblicato in Germania nel 1983.

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