Descrizione
“Anche se il titolo ha suggerito sovente dei concetti fuorvianti, “L’Idiota” di Fëdor Dostoevskij è un’opera enigmatica, percorsa da una tensione religiosa e da domande assolute. La sua stesura si trasformò in una terribile lotta contro il tempo, scandita da un ritmo asfissiante: la rivista “Russkij vestnik”, il “Messaggero russo”, che la pubblicò a puntate, costrinse Dostoevskij a consegne periodiche senza possibilità di deroga. Siamo negli anni 1867-68; nel 1869 le parti saranno raccolte in volume. […] Dostoevskij stesso lascia una preziosa indicazione da tutti ripresa che vale la pena comunque rileggere: l’idea principale del romanzo è rappresentare in uomo positivamente buono. Non c’è nulla di più difficile al mondo, e specialmente adesso; tutti gli scrittori, non solo i nostri, ma anche tutti quelli europei che hanno affrontato a rappresentazione di un uomo positivamente buono, hanno fatto fiasco. Perché questo è un compito smisurato. Il bello è un ideale, ma l’ideale non è nostro né la civile Europa l’ha minimamente elaborato. Nel mondo c’è una persona positivamente buona – Cristo, così che l’apparizione di quest’uomo smisuratamente, sconfinatamente buono è naturalmente un miracolo sconfinato. Ma io sono andato troppo lontano. Ricorderò soltanto che di uomini buoni nella letteratura cristiana il solo compiuto è Don Chisciotte. Ma egli è buono esclusivamente perché nello stesso tempo è anche comico.” (Dall’introduzione di Armando Torno)