Se crolla la Russia. Rivista italiana di geopolitica Limes 6/21 Giugno 2021

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Brossura editoriale, in 8vo grande, pp. 272; disegni in b/n e alcune tavole a color f.t.
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Descrizione

C’era una volta il fronte occidentale. Editoriale

L’INCORREGGIBILE FRAGILITÀ DELLA NUOVA CORTINA DI FERRO
Esploriamo la frontiera super-armata fra impero americano e Russia. Spazio vigilato dai soci più russofobi, Polonia e Romania in testa. La verticale Danzica-Costanza ne segna l’architrave. I russi puntano sulla speculare linea Kaliningrad-Tiraspol’. Il gioco turco. Di Federico Petroni, Mirko Mussetti

I muscoli ipersonici di Mosca nel Mediterraneo
Appendice dell’articolo L’incorreggibile fragilità della nuova cortina di ferro. Acura di Franco Iacch

DOPO LA BOTTA, LA RUSSIA È DI NUOVO SÉ STESSA
Storditi dal crollo dell’Unione Sovietica, i russi hanno assistito inerti alla svendita della loro patria, mentre sognavano la California. Ma l’Occidente si è rivelato spietato, al pari del suo capitalismo. Biden è avvisato: Putin non è Gorbačëv. Di Leonid Dobrokhotov

STALLO SENZA LIMITI
L’obiettivo di Mosca è impedire l’accesso dell’Ucraina alla Nato. Per questo tiene un piede nel Donbas e non ricederà la Crimea. La disputa identitaria sulla Rus’ kievana e le sue implicazioni attuali. Il pragmatismo di Biden non dispiace a Putin. Di Orietta Moscatelli

IL CONFLITTO NEL DONBAS DI

VIDE LA RUSSIA
Il voluto aumento delle tensioni con l’Ucraina come test per misurare la lealtà dei russi a Putin. La campagna dei media governativi contro il vicino e i dubbi di quelli indipendenti. I pro guerra vorrebbero punire Kiev, i contrari temono per le sorti della Federazione. Di Olga Dubrovina

IL CAUCASO MERIDIONALE RESTA COSA RUSSA
Secessionismi in Georgia, sicurezza in Armenia, economia in Azerbaigian. Poi lingua, cultura, diplomazia. Mosca mantiene saldo il controllo del suo estero vicino, da cui gli Usa restano pressoché esclusi. Con la Turchia, per ora, si convive. Di Aldo Ferrari

LA NUOVA ACROBAZIA DEGLI AMERICANI
L’America è imperiale in quanto domina l’Europa, ma il suo principale avversario è in Asia. Per questo divide i compiti fra i soci Nato, invitando gli europei occidentali a contrastare la Cina e quelli orientali a premere sulla Russia. Di Dario Fabbri

IL RITORNO DEGLI USA IN EUROPA NON SIGNIFICA NIENTE
Sono gli europei a dover tornare utili all’America, ridando senso alla Nato, non l’America a dover tornare utile agli europei. La Russia? Minaccia secondaria, paese in via di sviluppo, in drammatico declino e prossimo a convulsioni interne. Di George Friedman

PERCHÉ LA CINA HA BISOGNO DELLA RUSSIA
Pechino sa che l’alleanza con Mosca è assai improbabile, ma la condivisa avversione agli Usa favorisce l’intensificazione del partenariato. Asia centrale e Artico sono aree di frizione. Xi non può contare sul sostegno di Putin sul dossier Taiwan. Di Giorgio Cuscito

IL DUO RUSSIA-CINA PER ORA TIENE
Il Covid-19 minaccia di accrescere i divari economici tra i due paesi, a ulteriore vantaggio di Pechino. Ma le ragioni della strana coppia restano: il Drago ha sete di risorse e mercati, Mosca di capitali. Gli Usa possono inserirsi in Asia centrale. Di Elena Imbimbo Rathgeber

KIEV PUÒ FAR SALTARE LA FRAGILE INTESA FRA TURCHIA E RUSSIA
Putin ed Erdoğan hanno allestito negli ultimi anni un accordo tattico che maschera l’inconciliabilità dei rispettivi progetti imperiali. La partita decisiva si gioca a nord del Mar Nero. I turchi vogliono impedire che gli ucraini tornino sotto Mosca. Di Daniele Santoro

CANALE ISTANBUL SERVE ALLA TURCHIA PER ARGINARE L’IMPERIALISMO DELLA RUSSIA
Montreux permette a Mosca di spadroneggiare nel Mar Nero. È stata la Convenzione il vero propulsore delle aggressioni a Georgia e Ucraina, con le quali Putin ha stravolto gli equilibri regionali. Convincendo Ankara della necessità dell’infrastruttura. Di Sezai Özçelİk

LA CRIMEA È DEI TATARI
I turchi sono il popolo indigeno dell’‘isola verde’. Dopo il ‘genocidio’ del 1944, dal 2014 devono sopportare nuovamente le persecuzioni russe. Malgrado la retorica, Ankara non ha mai fatto molto per i suoi cugini. Ma con Biden le cose potrebbero cambiare. Di Sezai Özçelİk

PER L’EST, LA RUSSIA ERA E RESTA IL PROBLEMA
Vista dalla Polonia e dagli altri Stati dell’Europa centrorientale, Mosca permane ostile, aggressiva e infida. Il paradigma storico dell’Unione polacco-lituana. Le nuove minacce contro Ue e Nato vengono dalla guerra ibrida. Putin come Caterina II. Di Miłosz J. Zieliński

PER LA SVEZIA IL PERICOLO NON È PUTIN, È LA RUSSIA
Storica e irriducibile rivale di Mosca, Stoccolma osserva preoccupata l’Occidente non imparare le lezioni dell’Ucraina e raccontarsi favole sul regime putiniano. Troppo vicina all’Orso per cedere all’ideologia, gli legge in faccia gli imperativi strategici. Di Magnus Christiansson

L’UCRAINA PUNTA ANCORA A NATO E UE
Annessione della Crimea e guerra nel Donbas hanno rafforzato il corso filo-occidentale di Kiev, che brama la piena integrazione nella sfera economico-militare statunitense. Il dilemma binazionale va sciogliendosi, ma l’Occidente resta ambiguo. Di Ihor Kohut

IN UCRAINA L’OCCIDENTE SI GIOCA SÉ ST

ESSO
Contro una concezione assolutistica e illiberale del russkij mir, Kiev lotta per affermarsi occidentale in senso geopolitico e culturale. L’uso russo della propaganda e della storiografia militante. La Terza Roma appare debole, dunque pronta a tutto. Di Oxana Pachlovska

ZELENS’KYJ L’EQUILIBRISTA
Il presidente ucraino resta saldo al comando. Il sostegno occidentale si paga in riforme e lotta all’oligarchia, mentre la spinta verso Nato e Ue lo protegge da Mosca e potentati locali. Ma se Usa e Russia dialogano le cose si complicano. Di Fulvio Scaglione

LA CRIMEA È UNA CAMBIALE PERPETUA
Dal 2014 Mosca sovvenziona pesantemente economia e società della penisola, a valere su un bilancio federale impoverito da sanzioni e basso corso degli idrocarburi. Il nodo della crisi idrica. Gli incentivi alla (ulteriore) russificazione. Per ora ai russi va bene così: durerà? Di Fabrizio Maronta

CUSCINETTO O ARIETE, L’UCRAINA PER MOSCA È COMUNQUE PERSA
Dall’evoluzione dello scontro Usa-Russia dipende il futuro ruolo geopolitico del paese, che la crisi del 2014 ha rimesso sulla linea del fronte. Le tappe della transizione post-sovietica. La fine della politica del ponte. Kiev ora ha occhi solo per l’America. Di Mikhail Minakov

IL TRENTENNIO PERDUTO DELL’ECONOMIA UCRAINA

Dal 1991 il paese è arretrato ancora in termini di benessere rispetto ai vicini. All’origine del fallimento, uno Stato mai nato e lo strapotere degli oligarchi che genera corruzione. Usa e Ue prendano atto che la Russia non se ne andrà e salvino il salvabile. Di Gian Paolo Caselli

LUKAŠENKA BUSSA A CASA PUTIN
Il leader bielorusso non ha alternative: o si pone sotto l’ombrello del Cremlino o è spacciato. Intanto Mosca esplora il campo dei possibili successori, nel tentativo di mettere sotto chiave il suo imprescindibile cuscinetto occidentale. La progressiva fusione tra le due Forze armate. Di Mauro De Bonis

TBILISI IN ALLARME SI RIAVVICINA A KIEV
L’onda delle tensioni intorno al Donbas arriva in Georgia, che ritrova la solidarietà dell’Ucraina allontanatasi per colpa di Saakashvili e della scarsa coesione politica. La vocazione europea è storica, ma i conti, non solo economici, si devono fare anche con Mosca. Di Marilisa Lorusso

Dai Volsci ai Rom. La transumanza nel Pontino
(Intervento al convegno: La Transumanza nel Lazio Meridionale. Confronti peninsulari, a cura dell’ISALM, Istituto Editoria e di Arte del Lazio Meridionale, Anagni, 29 novembre-1 dicembre 2019). Di Massimiliano Lanzidei, Antonio Pennacchi

IL DIALOGO DISCRETO IRAN-EMIRATI
Bin Zāyid scommette sulla relazione con Teheran per accreditarsi con Biden, smarcarsi dai sauditi e contrastare il duo Turchia-Qatar. Gli alti e bassi storici. L’ostacolo dell’islam politico. Gli accordi di Abramo con Israele non sono una svista. Di Emanuele Bobbio

La storia in carte. Le carte storiche del numero di Limes 6/21, a cura di Edoardo Boria